giovedì 24 giugno 2010

Ady, poesie ispirate dal suo paesino natale

In foto (da wikipedia9 c'è la casetta dove nacque il massimo poeta ungherese, Ady. Il paesino si chiamava Ermindszent, oggi si chiama Ady Endre in onore suo.


Martire dei Cristi


Le rive dell'Er mi misero nel sangue
un entusiasmo stupendo e selvaggio;
la mia anima era tutta pagana,
bramosie lievi e speranze cieche.
Girava intorno sa me il mondo,
rumoroso, selvatico e confuso,
e io cercavo sempre e sempre
una qualche grande Armonia.

Sono nato come un rustico Apollo,
pieno di canti, pagano e forte,
uno che amando e cantando
cade sul tramontare della vita.
Di forze pagane, di canti e voglie
ormai non ribolle l'anima mia: mi hanno ucciso gli evangelisti,
i saggi, i sapienti , i Cristi




Torno al mio vilaggio


Il suo severo occhio non si muove neppure.
Mai villaggio attese con più grazia
un vagabondo della città

Intessè per me le reti segrete
e, purchè mi prosterni dinanzi ad esso
dimentica tutte le mie colpe

Sono un prodigo e un eretico:
ma là trovo pietà e amore.
Mi aspetta il mio villaggio.

E come se mi rivedesse in fasce,
non giallo e consumato.
Ora vedo ceh mi sorride.

Poi dice:" Vieni, figliuolo, riposa,
acquietati sul mio cuore antico,
gettati sulle mie forti spalle"

Mi zittisce, mi coccola,mi baccia;
e lesante, pacifiche potenze paesane
si poserano sul mio cuore.

E, come fanciullo pichiato dalla madre,
lagrimoso, misero, stanco,
cosi m'addormento, per sempre.

Destino d'un albero magiaro

Nell'anima mia c'è un albero magiaro.
Cadono, si spargono le sue fronde:
Frondoso e fiorito,
io debbo perire cosi.

Ahimé, io venni da Silvania,
dal luogo delle foreste,
frondeggiavano in luogo di preghiere
e le mie suppliche furono poche.

Sparsi ovunque i miei fiori,
verdeggiavano nel bene e nel male,
altri diedero frutti ed io
fiorivo soltanto.

Ormai sono vecchio, Pagano,
nemmeno ora recito preghiere.
E voi cadete fino alla morte,
fiori e fronde magiare

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