sabato 31 ottobre 2009

Elie Wiesel- La notte, Sighet (Maramures)


Nel piccolo libro La notte scritto di Elie Wiesel,laureato con il Premio Nobel per la Pace viene condensata tutta la bestialità della seconda guerra mondiale: bimbi, neonati brucciati (che altra guerra ha fatto guerra contro i bimbi?!) gente calpestata, uomini che si uccidono per un pexzzo di pane, portati come i animali nei vagoni chiusi. Sighet appare poco, all'inizio , appare come piccola cittadina, tranquilla, dove il 1944 ancora nessuno sapeva csa è Auschwitz, non si viveva in ghetto. Elie Wiesel e la sua famiglia furono deportati il 1944 da Sighet allora capitale del Maramures) quando la guerra stava già per finire, un'atmosfera rilassata e rassicurante.
La signora Schachter che vede il fuoco, molto prima che arivcassero ai campi di concentramento.
Noi abbiamo visitato la sua casa memoriale a Sighet.
Immagini sull'orribile della guerra: Auschwiz:Un autocaro pieno di neonati che furono poi buttati nelle fiamme
Meglio non sembrare robusti Bela Katz fu scelto per la sua robustezza e aveva dovuto introdurre lui stesso il corpo del suo padre nel forno crematorio
Ci picchiavano di nuovo ma io non sentivo più il dolore e i colpi. Eravamo dei alberi sechi nel cuore di un deserto
In pochi secondi abbiamo cessato di essere uomini.
Il dentista cercava denti d'oro,
Auschwitz era meglio di Birkenau
DElle belle parole di un comandante polacco in uno dei campi, forse in guerra si rispetta ancra di più se qualcuno riesce rimenere uomo:"Un lungo cammino di sofferenze vi aspetta ma non perdete il coraggio. Avete già superato il pricolo più grande: la selezione... Aiutatevi no l'altro e il solo modo di sopravivere
Cercavamo di cantare qualche musica chasidica.
Come capivo Giobbe!
In quella notte sono diventata un tutt'altro uomo
La ragazza francee:
Morditi le labbra fratellino...Non pianger. Conserva la tua collera e il tuo dio per un'altra volta, per dopo. Verrà un gorn, ma non ora...Aspetta. Stringi i denti e aspett

Discorso con Dio:
Tutto il campo doveva sfilare davanti all'impicato.
si dmentica piangere, Si impica anche un bambino, e loro devoo alzare i capelli "Dov'è il buon Dio? Dov'è!
Eccolo, è appeso li , a quella forca!"Chi sei tu mio Dio- pensavo con rabbia- in confronto a questa folla addolorata che viene a gridarTi la sua fede, la sua ira, la sua rivolta? Che significa la Tua grandezza, Signore del Universo , di fronte a tutta questa debolezza, di fronte s questa decomposizione, a questa putrefazione?....
Ma perchè, ma perchè benedirLo?Per aver fatto brucciare migliaia di bambini nelle fosse?Per aver fatto funzionare sei crematori giorno e notte, anche di sabato e nei giorni di festa?(...) Sia lodato il tuo nome, Tu che ci hai sceltoper essere sgozzati sul tuo altare?"
E io il mistico di una volta pensavo" Si, l'uomo è più forte, più grande di Dio. Quando fosti deluso da Adamo ed Eva Tu gli schiacciasti dal paradiso. Quando la generazione di noe non ti piaque più, facesti arrivare il Diluvio. Quando Sodoma non trovò più grazia nei tuoi occhi, Tu facesti cadere dal cielo il fuoco e lo zolfo. Ma questi uomini qui, che Tu hai tradito, che Tu hai lasciato torturare,
sgozzare, gasare, brucciare che fanno? Pregano davanti a Te, lodano il tuo nome.

(...)Ho più fiduccia in hitler che in nessun alto (profeta) E l'unico che ha mantenuto le sue promesse, tutte le sue promesse con il popolo ebraico"

Tutto è un cimitero, agnia in masa
la gente che si calpesta, si schiaccia
Il suono del violino nella baracca dove i morti si amucciavano sui vivi. Concerto dato per agonizzanti. La mattina prossima il violonista fu trovato morto.
"Quando infine un grigio chiarore apparve all'orizzonte intravidi un aggrvigliarsi di forme umane, le teste rientrate nelle spalle, accovacciati, ammucchiati gli uni contro gli altri come un campo di pietre tombali ricoperte di polvere alle prime luci dell'alba."
"Nel carro dove era stato gettato il pane era scoppiata una vera e propria battaglia. Si buttavano gli uni sugli altri, pestandosi, dilaniandosi, mordendosi. Animali da preda scatenati, odio bestiale negli occhi"

sabato 10 ottobre 2009

Hera Muller, Premio Nobel per letteratura

La custode, Ady Endre

Mi rende pazzo la realtà dei tuoi baci:
questi insperato avverarsi,
la tua dedizione, la tua bontà.

Avvinghiato al tuo seno, piango, desidero,
suplico, amata:
scacciami , pur nella notte, lontano da te,

Quando più fuoco m'arde sulle labbra
si facciano, allora, di ghiaccio le tue:
distaccami da te, mentre sorridi.

Che i miei desideri torturanti
ti rendano , amata, più bella:
t'abbandono perch' sia più forte
perchè sia eterna la mia bramosia.

Il tuo corpo rinnovi di continuo
in me le voluttà:
ch'io ti conquisti sempre di nuovo
sui guanciali odorosi del passato

Voglio che tu rimanga sempre mia.
perciò t'ho scelto come custode
la lontananza che t'accresca i fascini.

Tu rimanga cosi il mio grande sogno:
donna che m'ama e che m'avrà per sempre

Poesie di Ady


Le poesie sono state estratte di questo volume pubblicato in Italia il 1931, trovato alla Biblioteca di Genova, il foto è stato fato al Museo Ady di Oradea, la sua citta di cuore, museo aperto nella cafeteria Chanson, la sua cafeteria preferita, nel centro di un piccolo parco.


Il nero pianoforte, Ady

Pazzo strumento: piange , stride, geme.
Fuggi se un po' di vin non ti fa forte:
E' questo il nero pianoforte.
Ed un cieco con pazza frenesia
Vi suona della vita l'armonia.
E' questo il nero pianoforte.

Sogni del mio cervel, lagrime pianti,
De' desideri miei lunga coorte,
Tutto quest'è il pianoforte.
E trabocca a quel suon, or duro or molle,
Il sangue del mio cuor briaco e folle.
E' questo il nero pianoforte.


Giuda a Gesu', Ady

Nel basalto del Golgota t'incido,
Palpito del mio cor malvaggio, infido.
Cristo, poeta mio, sacro t'ho avuto,
Pur t'ho venduto.

Erano i miei tutti i tuoi sogni e altero
Ti portavo nel cuore, nel pensiero,
E ti ho di fiori il capo inghirlandato,
E ben t'ho amato

Pur t'ho venduto, dolce mio Signore,
Perchè la Vita è il mio sol vero amore
Perchè anch'io sogno senza tregua e meta:
Sono poeta

Non ascolto il tuo salmo veritiero,
Non mi occore il tuo celeste Impero.
Una fanciulla vuol vestiti ed oro...
Ed io l'adoro

Sono un infame? No , la Vita è infame!
Perchè il Verbo non sa frenar le brame?
Perchè la volutta mi fa si caro
Il vil denaro?

La pietra incisa nel'abisso or getto,
Trema il Mondo de' secoli al cospetto.
Tristi occhi peccatori che verranno
M'intenderanno