sabato 10 ottobre 2009

La custode, Ady Endre

Mi rende pazzo la realtà dei tuoi baci:
questi insperato avverarsi,
la tua dedizione, la tua bontà.

Avvinghiato al tuo seno, piango, desidero,
suplico, amata:
scacciami , pur nella notte, lontano da te,

Quando più fuoco m'arde sulle labbra
si facciano, allora, di ghiaccio le tue:
distaccami da te, mentre sorridi.

Che i miei desideri torturanti
ti rendano , amata, più bella:
t'abbandono perch' sia più forte
perchè sia eterna la mia bramosia.

Il tuo corpo rinnovi di continuo
in me le voluttà:
ch'io ti conquisti sempre di nuovo
sui guanciali odorosi del passato

Voglio che tu rimanga sempre mia.
perciò t'ho scelto come custode
la lontananza che t'accresca i fascini.

Tu rimanga cosi il mio grande sogno:
donna che m'ama e che m'avrà per sempre

1 commento:

  1. Caro abraxas;
    ho un grande favore da chiederti. Io avevo un professore tanti anni fa che ci fece conoscere questo poeta Endre Ady. Il tempo mi ha fatto dimenticare o ricordare male. Ricordo che ci disse che era un poeta romeno, e che aveva imparato la lingua per leggerlo nella lingua originale. Il ricordo deve avermi ingannato perche' scopro che era ungherese. Comunque cerco da anni una poesia che ci lesse e che diceva:
    "Noi arriviamo sempre troppo tardi, veniamo sempre da troppo lontano...". Sono passati piu' di 40 anni e posso sbagliare. Vorrei tanto ritrovarla. Mi potresti aiutare? Grazie!
    Saluti
    Pasqua

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