lunedì 11 maggio 2009

Ady




Il mio rapporto con Ady è particolare perchè lui ha lavorato ed amato molto la mia città Varadino / Oradea. Ne apprezzava l'atmosfera serena e nello stesso tempo non superficiale, ne amava l'apertura mentale e la vivacità culturale.
Lui stesso vi fondò un circolo culturale l'Holnap (l'Indomani), e la omonima rivista letteraria; In un piccolo parco nella antica caffeteria Mulleraj esite ancora un museo dedicato a lui, sulla cui terrazza si possono gustare deliziosi gelati. L' Hotel Astoria ricorda il luogo d'incontro del circolo letterario.
Ady proveniva da un piccolo paesino di Transilvania, Ermindszent, studiò a Zalau/Zilah e a Debrecen ma amava Varad anche perchè la sua amante era una signora di Varad di religione ebraica, che lui chiamò Leda, di cui esiste ancora la casa.
In suo onore il Liceo ungherese si chiama Liceo Ady Endre.
Allora posso dire che questi o questi tipi di articoli gli sento come una dischiarzione per la mia città che porta ancora malgrado tuto lo spirito del massimo poeta della cultura ungherese.


ADY Endre, Stiamo su una cima selvaggia
Stiamo su una cima selvaggia noi due
Stiamo abbandonati e rigidi
Aggrappati l’uno all’altra, senza lagrime, lamenti, parole:
appena un tremito e cadiamo

Ci legano lacci di carne e sangue
finchè stiamo così avvinghiati:
le nostre labbra livide e tremanti.
Finchè tu mi baci, non abbiamo parole:
ma se dici una parola, cadiamo

Ady Endre, Io sono parente della Morte

Io sono parente della Morte,
Amo l'amore che svanisce,
Amo baciare,
Chi se ne va.

Amo le rose malate,
Bramose quando sfiorite, le donne,
I lucenti, i malinconici
Tempi d'autunno.

Amo delle ore tristi
Lo spettrale, monitorio richiamo,
Della grande Morte, della santa Morte
Il sosia giocoso.

Amo chi è in partenza,
Chi piange e chi si sveglia,
E nei freddi mattini brinati
I campi.

Amo la stanca rinuncia,
Il pianto senza lacrime e la pace,
Di saggi, poeti, malati
Il rifugio.

Amo chi è deluso,
Chi è invalido, chi si è fermato,
Chi non crede, chi è malinconico:
Il mondo.

Io sono parente della Morte,
Amo l'amore che svanisce,
Amo baciare,
Chi se ne va.

L'autunno è entrato a Parigi


Ieri
l'autunno è entrato a Parigi
E scivolato per via San Michele
fra la canicola, e sotto le tremule fronde
s'è incontrato con me

Io erravo verso la Senna:
bruciavo nella mia anima strani alidi canti,
tristi, fumosi, corruschi:
m'annunziavano la morte

L'autunno m'ha appena sfiorato, m'ha sibilato
qualcosa. Ha trasalito tutta la via San Michele,
Zss, zss: un lieve brusio di foglie scherzose.

Un attimo. L'estate neppur se n'è accorta;
e l'autumno ridendo è scomparso.
Ma è venuto: io l'ho so. Sotto le fronde gementi
l'ho visto

Questa è solo una delle poesie che ho trovato in italiano. Ce ne sono anche altre ma penso che la poesia Az en menyasszonyom, La mia sposa/fidanzata/ o la mia metà, non sia tradotta. E' bellissima ma io decisamente non ho il coraggio di toccarla sarebbe un sacrileggio; perchè è tagliente, barbarica, carnale ma molto pura, e piena d'amore senza compromessi.

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